Se un giorno di primavera a Vienna
Da leggere dopo Sunshine
-Non ho ancora capito come hai fatto a convincermi!
- Joey…è un’occasione unica per me! Quando mi ricapiterà di volare in Europa?
- Amy, sei ancora giovane! Hai tutta la vita davanti!
- Comunque Jack e Doug erano d’accordo, e quindi…
- E quindi…volerò in Europa con la mia bella nipotina!
- Non chiamarmi nipotina! Me lo dicevi quando ero piccola!
- Va bene, scusa.
Amy è seduta a fianco a lei, sta scrivendo su un quaderno. Ha deciso di tenere un diario e sta registrando la partenza per questo lungo viaggio. Non le importava che Tommy non fosse venuto a salutarla il giorno prima. No, Amy pensava soprattutto a quando sarebbe arrivata e avrebbe cercato suo padre. Franz Jahre. Aveva fatto tante ricerche con Jack e Doug durante l’anno. Jack aveva rintracciato Charlie, che ora gestiva un locale, e lui aveva dato nome e cognome dell’ex batterista austriaco della sua band. Doug poi aveva fatto il resto: con le sue amicizie e le sue conoscenze poliziesche aveva trovato anche l’ultimo indirizzo. A Vienna. Amy sarebbe andata là e avrebbe conosciuto suo padre. Lo voleva. A tutti i costi.
Intanto a New York Pacey riceve una telefonata.
– Pronto?
- Sono dello studio del dottor Bennel. Parlo con il signor Witter?
- Si, sono io, mi dica.
- Lei e sua moglie avete fatto le analisi qualche settimana fa…ora sono pronte.
- Posso venire a ritirarle?
- Si, lei e sua moglie dovete venirle a prendere allo studio ed eventualmente rifare il colloquio orientativo con il dottor Bennel.
- Mia moglie non c’è, è in viaggio in Europa…
- Bhe allora venga da solo. Le fisso l’appuntamento per venerdì alle 15 :00.
- Ok, grazie.
- Grazie a lei.
- Andrò a cucinare qualcosa, giusto per tirarmi su di morale. Pacey si alza dal divano e si dirige verso la cucina.
Joey e Amy sono appena scese dall’aereo e stanno uscendo dall’aeroporto.
- Dovrebbe esserci il signor Shimiztz a prenderci…ho avvisato che c’eri anche tu.
- Joey ti prometto che non ti sarò di intralcio, io girerò Vienna da sola, non ti preoccupare, me la voglio godere fino in fondo questa città.
- Amy…vorrei tenerti sottocontrollo se a te non dispiace…
- Joey, dai, devi lasciarmi un po’ di libertà!
- Oh guarda, c’è il signor Shimiztz!!
- Andiamo Josephine!
- Buon giorno Mr Shimiztz!
- Che piacere rivederla Signorina Potter, e questa deve essere sua nipote, non è vero?
- Si è mia nipote, si chiama Amy…e ora mi sono anche sposata…
- Mi scusi, non perderò mai l’abitudine di chiamarla signorina!
- Si figuri…
- Ho riservato per queste incantevoli signore una stanza all ’hotel Mirror. Vi accompagno perché non è esattamente in centro.
- Perfetto!
- Che villano che sono stato…volete che vi porti qualche valigia?
- SI, grazie, sarebbe molto gentile.
Joey ed Amy sono arrivate all’albergo. Scaricano le loro valigie e salgono alla loro camera.
- wow!! Questo letto è fantastico!! Amy si butta sul letto.
- Amy…questo volo mi ha distrutto, non mi ricordavo che per venire in Europa si facesse tanta fatica!
- E poi ora sono le 15 e vorrei solo dormire…colpa del fuso orario!!!
- Si, forse è meglio se ci facciamo una bella dormita…domani devo andare nell’ufficio di Shimiztz e cominciare a lavorare per il nuovo libro…
- Come si intitola?
- Si chiama “ I giorni delle nostre vite” scritto da una certa Sofie …non mi ricordo…
- Devi essere proprio stanca per non ricordarti il cognome di una tua scrittrice!!
- Si, dormiamo , è meglio…
- ….
- ….
- Joey, ti manca mai tua madre?
- Si, Amy, mi manca molto…ogni giorno che passa. Sai, affrontare tutti i problemi da sola non è stato facile. Intendo senza una madre, grazie a Dio ho sempre avuto Bessie che mi seguiva.
- Anche a me manca molto, anche se non l’ho conosciuta.
- Jen manca a tutti noi.
- E’ solo grazie ai vostri racconti e ai vostri ricordi che la posso veder rivivere…ma non è la stessa cosa…
- Lo so tesoro.
- Sarai una brava madre Joey.
- Cosa c’è? Ho detto qualcosa di male?
- No…scusa Amy, ora devo dormire…buona notte.
Sono le 4 di mattina, Joey non ha più sonno, ora si sente vispa e sveglia come se fosse mezzo giorno. Si alza dal letto e si avvicina alla finestra. Il sole sta cominciando a sorgere e lei può intravedere la bellissima primavera Viennese. Ogni albero che corre lungo ai viali è fiorito e le strade sembrano essere innevate da nuvole floreali.
- Anche tu sei sveglia?
- Si, Amy, colpa del fuo orario.
- Scendiamo a fare colazione?
- Io proporrei un giro per i forni di Vienna!
Le due ragazze passeggiano così lungo le strade che portano a Vienna passando da una pasticceria all’altra, da un forno all’altro. Alla fine decidono di fare colazione con la famosa Sacher Torte.
- E’ buonissima Joey!! Il viaggio vale la pena solo per mangiare la Sacher!!!
- Si, è molto buona, e poi c’è il cioccolato che è la panacea di tutti i mali!
- E poi è bello anche questo localino!
- E’ un cafè letterario, qui puoi starci ore e ore semplicemente leggendo un buon libro e a gustarti un caffè…ce ne sono parecchi anche a Parigi.
- La vita in Europa è molto meno frenetica che da noi. E’ molto rilassante.
- E tu non hai ancora visto i paesi latini come l’Italia, la Spagna oppure la Grecia…quelli sono veri paradisi…
- Joey…allora quali sono i tuoi programmi per oggi?
- Dunque, tra qualche ora vado in ufficio , ci resterò fino all’ora di pranzo, pranzerò con Shimiztz e il suo staff, poi torneremo in ufficio…
- Allora posso girare Vienna un po’ da sola oggi?
- Va bene…però ti telefono per sapere dove sei! E poi alle 18 ci ritroviamo in albergo. Chiaro?
- Ok Josephine!
- Smettila!
Amy sta percorrendo le vie della città. Pensa che a New York non ci sono degli alberi così belli fioriti, a volte sulla strada non arriva neanche la luce del sole, i grattacieli coprono tutto e c’è sempre molto freddo. Invece qui, in questa antica città, le piante e i loro fiori si rispecchiano nei tetti di rame, ormai diventati verdi, di alcuni edifici ottocenteschi.
Amy però non ha tanta voglia di visitare le opere d’arte e i musei, vuole solo cercare suo padre. Quindi sta tentando di percorrere le strade che la porteranno a lui. Ma cosa gli dirà quando lo vedrà? E lui che reazione avrà? Lei gli dirà che è sua figlia? La figlia di Jen? E se lui si fosse scordato? Gli uomini sono capaci di una cosa simile, magari sua madre si era creata forti illusioni e tutta la loro complicità che era esplosa nella notte del suo concepimento, non era nemmeno esistita. Si sarebbe ricordato di Sunshine? Del suo significato?
- Si accomodi signor Witter.
- …
- Allora ho letto le analisi…
- Sono io?
- No, non è lei…
- E’ un problema di Joey allora?
- No, nemmeno.
- Non capisco dottore. Cosa cerca di dire?
- Se lei mi lasciasse parlare…volevo farle sapere che dalle analisi risulta che la motilità e la vitaltià spermatica è nella norma, gli estrogeni, testosterone e progesterone sono in regola, gli ovuli sono maturi, le cisti ovariche sono scomparse dall’ultima ecografia che abbiamo fatto a sua moglie, l’utero è in regola…
- Quindi…
- Quindi posso pensare che sia stato un problema di ovulazione. Molte volte è legato allo stress, se si è sottoposti a pensieri, cambiamenti, o fatiche l’ovulazione può saltare un mese, magari anche due o tre. Ma non è patologico.
- Quindi significa che Joey probabilmente aveva dei pensieri ed era stressata…può essere…io ho avuto dei problemi con il ristorante, stavamo per chiedere un prestito alla banca…
- Ecco risolto il mistero. Bisogna che sua moglie prenda una vacanza, un periodo di riposo, faccia un viaggio…
- E’ andata a Vienna…per lavoro però…non so se è la stessa cosa…
- Faccia una cosa: corra da lei e allungate il viaggio e fate una vacanza. Sarà sicuramente la cura migliore!
- Grazie dottor Bennet. Venga qualche volta al ristorante. La mia cucina non la deluderà.
- Ci può scommettere signor Witter.
- E’ mezzogiorno Josephine, vuole venire a pranzo con me?
- Certo Signor Shimiztz!
- Signor Shimiztz, le posso chiedere una cosa? Non vorrei sembrarle inopportuna, ma mi sembrava che lo scorso autunno, quando era venuto da noi a New York fosse un po’ meno rilassato…ora la vedo in splendida forma…
- Bhe Josephine, mia moglie in quel periodo era molto ammalata e quindi avevo delle grandi preoccupazioni. Forse sarò sembrato a tutti un po’ scontroso, maldisposto…ma quando capitano queste cose, non c’è niente da fare: il cuore ti tiene impegnata le mente da un’altra parte.
- E ora come sta sua moglie?
- Vuole che le racconti il nostro segreto? Un giorno la portai in un posto…e…venga con me, le farò vedere!
- Allora…200…202…204…206…eccomi.
- Jahre…eccolo…
- Chi può essere che mi cerca al cellulare? Pronto?
- Amy, dove sei?
- Joey, mi hai fatto prendere un colpo! Sono a Vienna, non ti preoccupare!
- Spiritosona! Tutto bene allora?
- Si…
- Ok, io sono in giro con Shimiztz, magari ci incontriamo per la strada!
- Non penso…ciao Joey.
- Ciao, ci vediamo stasera in albergo!
- Finalmente… allora ora suono…
- Ancora??? Pronto?
- Ciao Amy, ma dove sei? A scuola non c’eri, a casa tua non ci sei…
- Tommy…sono a Vienna, mi dispiace di non esserci visti prima della mia partenza…anche tu però potevi venire a trovarmi!
- A Vienna??? E cosa fai dall’altra parte dell’oceano??
- Devo fare una cosa molto importante…quindi..ora ti saluto. Ciao! Basta ora suono!
- Eccoci qui Josephine! Siamo arrivati al Belvedere!
- Cos’è un castello?
- E’ un museo. Vedi, ho portato qui mia moglie un giorno e siamo rimasti incantati da queste opere, sono stupende. Andiamo dentro e le farò vedere.
- E’ Il bacio, un dipinto realizzato nel 1907 dal pittore Klimt.
- E’ molto bello.
- L'uomo, in piedi, si piega per baciare la donna che sta inginocchiata sul 'prato' tra i fiori e sembra accettare il bacio, partecipando emotivamente. Solo la faccia e le braccia dei personaggi sono realistiche, il resto del quadro e' formato da tinte piatte e volumi geometrici accostati.La faccia della donna e' racchiusa fra quelle del maschio, il quale ha il braccio della femmina sul collo. Klimt ha vestito, ed e' curioso da notare, i suoi personaggi con la lunga tunica che era solito portare. La parte di oro che ricopre l'uomo vi sono figure rettangolari e in bianco e nero,mentre la donna sembra essere punteggiata con i mazzi di fiori.
- E’ una spiegazione molto esaustiva! Ma lei ha studiato arte?
- No, era mia moglie l’artista di casa. Lei era appassionata di arte e di pittura. Lei mi ha portato qui la prima volta, quando eravamo molto giovani. Io all’epoca non me ne interessavo, poi col passare del tempo ho cambiato idea.
- Che cosa romantica… e sua moglie, dopo che l’ha portata qui, poi è migliorata?
- Quando siamo tornati a casa, si è sdraiata sul letto, io mi sono seduto vicino a lei, le ho dato un bacio, come questo che lei vede qui rappresentato, e poi la mattina dopo non si è più risvegliata.
- Oddio…mi dispiace tanto…
- Penso che quella notte abbia sognato Il bacio. Spero che sia stata felice.
- Mi scusi! Pronto?
- Joey, ciao, allora come sta andando lì?
- Benissimo Jack, non ti devi preoccupare, ho Amy sottocontrollo. Ora sta girando per le strade di Vienna.
- Da sola?
- Bhe…si…ma è qui vicino, se esco per strada potremmo anche incontrarci…
- Joey, non mi sembra una buona idea…
- Ma dai Jack, è responsabile, vedrai che non succederà niente.
- Joey…lei è venuta a Vienna per incontrare suo padre.
- CHE COSA?
- Si, mesi fa abbiamo scoperto chi potrebbe essere il suo padre biologico, e lei è venuto a cercarlo.
- OMMIODIO, ma perché non me lo hai detto prima??
- Joey, non è questo il punto, cerca di stare vicino ad Amy!
- Va bene, ora le telefono e vado da lei.
- E’ inutile, ci ho già provato io ed ha il cellulare spento.
- Ok…Jack allora appena mi sarà possibile andrò a cercarla!
- Grazie Joey. Salutala da parte mia.
- Ciao. Signor Shimiztz, mi dispiace ma devo...
- Pronto?
- Ciao Jo, sono io, ho una notizia importante!
- Ciao Pace. OH CAVOLO! Ho il cellulare super scarico!
- Joey!
- Pace, cosa dici?
- Ho una notizia!
- Pace ascolta ho una notizia strabiliante! Ho scoperto una cosa su Amy ed ora devo andare a cercarla. Oltretutto devo lasciare questo bellissimo museo, il Belvedere…ci starei ore e ore …BASTA! HO CAPITO CHE SEI SCARICO!
- Joey, di Amy ne parleremo in seguito, sono andato a parlare con il dottor Bennel e mi ha detto che è tutto a posto. Sto partendo per venire a Vienna. Ha detto che tu devi rilassarti quindi vengo per fare una vacanza con te! Mi dici dove posso trovarti? Io tra poche ore sarò lì.
- Joey…Joey…MALEDIZIONE!
Ad aprire ad Amy è venuta una bellissima signora bionda, molto alta e con gli occhi azzurri.
- Buongiorno, signora, mi chiamo Amy …McPhee…cercavo il signor Franz Jahre.
- Sei una sua studentessa?
- Si…
- Accomodati, è nel suo studio.
- Lo studio è l’ultima stanza a destra.
Franz è seduto dietro ad una scrivania su cui sono appoggiati vari strumenti musicali, tra cui un sassofono. Su un altro mobile è adagiato un violino e in un angolo c’è una grande arpa. Ha i capelli tutti biondi, ma molti cominciano a diventargli bianchi.
- Permesso
- Avanti, tu sei americana…quale corso segui?
- Ecco…ehm…mi chiamo Amy e in realtà non sono una sua studentessa.
- Come? Allora lei chi è?
- Come fa ad aver… Franz prende in mano il cd e comincia a studiarlo. Se lo rigira tra le mani e lo apre. Sul disco c’è scritto “ A Jen – Sunshine” . Lo richiude lentamente e guarda Amy.
- Come fai ad avere questo cd?
- Era di mia madre.
- Sei la figlia di Jen?
- Perché? Lei si ricorda chi era Jen?
- Certo.
- Le vorrei parlare…possiamo uscire a fare due passi?
- Va bene.
- Signor Shimiztz sono desolata, ma devo cercare mia nipote! Dove potrà essere andata?
- Da quello che mi ha raccontato potrebbe essere dovunque…dipenda da dove abita il padre…
- Ha perfettamente ragione.
- Josephine, si prenda la giornata libera, ci vedremo domattina in ufficio.
- Grazie!
- Buona fortuna. E si ricordi che se vuole tornare qui al museo, chiude alle 20.00
- Grazie, a domani allora.
- Vuole un drink Signor Witter?
- No grazie.
Amy e Franz si sono seduti su una panchina in un parco tutto pieno di alberi. Alberi tutti carichi di fiori. Sembra di stare in mezzo a fiocchi di panna montata. E c’è un’atmosfera primaverile e piacevolissima.
- Ti spiego…mia madre è morta, e sto cercando di ricostruire la sua vita tramite le persone che ha conosciuto.
- Bhe, non so se sono la persona più indicata…ho conosciuto Jen tantissimi anni fa e per pochissimo tempo…
- Racconta.
- Io ero in America per studiare e mi divertivo a suonare in un gruppo…
- Scusa se ti interrompo…ma tu che lavoro fai?
- Io insegno musica in una scuola internazionale, ecco perché ti avevo scambiata per una mia allieva.
- Ah! Ora capisco! Anche mio…anche Jack è un insegnate.
- E’ tuo padre?
- No…comunque cosa dicevi?
- Ah si, suonavo in un gruppo, i New Redemption. In quel periodo mi sentivo abbastanza solo… ho visto tua madre ad un nostro concerto , mi è sembrata la ragazza più carina di tutto il locale. Io ho cercato di conquistarla…lei però stava con un altro e quindi non voleva vedermi…ci sentivamo tramite il computer, che cosa stupida…
- Poi?
- Io ci provavo in continuazione, e devo ammettere che mi faceva anche male sapere che non sarebbe mai stata mia…
- Sempre per colpa del suo ragazzo…
- Si…poi siamo usciti insieme qualche volta, e poi sono dovuto ripartire per Vienna.
- Tutto qua?
- Bhe ecco…vuoi sapere proprio tutto?
- Si, ho fatto moooolti Km per incontrarti…vorrei che la storia fosse un po’ più interessante.
- Bhe…Siamo usciti una volta, e me la ricordo ancora…era una giornata ventosa e piovosa e poi alla fine è arrivato un raggio di sole…è stato bellissimo…la guardavo colpita da quel raggio e mi sembrava la creatura più bella che avessi mai visto.
- E così le hai scritto Sunshine…
- Sei perspicace!
- Ho fatto 2 + 2…
- Io non ho mai capito i suoi veri sentimenti, lei mi scriveva che mi voleva bene…me lo disse anche ad un concerto…me lo ricordo…quella sera c’è stato un attimo di pura intesa…ci siamo abbracciati come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ma lei aveva molti sensi di colpa per il suo ragazzo. Si capiva. Poi ci siamo baciati…è stata una bella serata.
- Sai…queste cose…le avevo già lette sul suo diario…anzi, sono un po’ commossa perché lei ha scritto le stesse parole…Sembrava che ci fosse davvero una grande intesa tra voi due…peccato che tu sia dovuto partire…
- Già…
- Ma…ecco non so come dirtelo…da quella intesa…Jen ha avuto un dono…non so proprio come spiegarmi…
- Non capisco…
- Franz…quella sera c’è stato di più di un bacio…e Jen è rimasta in cinta.
- Dopo 9 mesi sono nata io. Sono tua figlia.
- Non ci posso credere…
- E’ così Franz.
- E’ quasi uno scherzo del destino, dato che io e mia moglie non riusciamo ad avere figli! Ora scopro di avere una figlia che ho avuto con una ragazza americana che ora è morta! E’ quasi fantascienza!!
- Calmati, capisco che è difficile…ma pensa a me. Io l’ho imparato leggendo il diario di Jen!
- Amy, ti credo…assomigli a lei e secondo me hai i miei stessi capelli…sei la benvenuta nella mia famiglia. Prima però faremo un test di paternità se non ti opponi.
- Ma io non sono venuta perché non ho una famiglia! Io vivo già con chi mi ama…solo volevo conoscere mio padre…
Joey ha percorso tutte le vie di Vienna e non ha ancora trovato Amy. Ha provato a telefonarle, ma ha sempre il cellulare spento. Comincia ad avere paura che le sia capitato qualcosa di brutto. Magari ha incontrato uno squilibrato o un delinquente…
Joey si sente in colpa e disperata, ormai non sa più dove cercare. E’ tentata di andare dalla polizia.
- Sono quasi le 6 (n.b.pm)…dovevamo incontrarci all’hotel…forse è l’unica speranza che ho prima di andare dalla polizia.
Pacey è sbarcato a Vienna. Dove potrebbe essere la sua Joey? Non si ricordava per quale agenzia doveva lavorare, né in che albergo avrebbe prenotato…Aveva solo il suo numero di cellulare, a cui non rispondeva…
- Amy tesoro!
- Joey!
- Sei qui! Che bello vederti!!
- Lo sai che sono molto puntuale!
- Tesoro, lo so…ero molto in pensiero. Mi ha telefonato Jack e mi ha raccontato dell’avventura che volevi intraprendere una volta arrivata a Vienna…
- Oh Joey…è successo! L’ho trovato!
- Ho trovato mio padre!
- Sei contenta?
- Sono contentissima, faccio ancora fatica a crederci!
- Ma che tipo è? E’ stato contento di vederti? Gli hai detto la verità?
- Joey…la storia è molto lunga…te la racconterò domani, ho bisogno di fare un sonno…sono ancora sotto effetto del fuso orario…
- Certo tesoro, va bene, vai pure.
- Però…se lo vuoi sapere è un brav’uomo, e questa è la cosa importante.
- Sono contenta per te.
- …
- Amy, puoi farmi un favore? Puoi prestarmi il tuo cellulare? Pacey mi ha telefonato oggi e il mio è scarico…
- Certo, prendi pure.
- Grazie.
- Andiamo in camera allora?
- Veramente volevo portarti in un bellissimo museo…ma se sei stanca…
- No, tu vai pure, io ho bisogno di dormire e ripensare agli avvenimenti della giornata!
- Sei sicura allora che io possa andare? Tornerò presto, prometto!
- Va bene! Allora ci vediamo questa sera!
Joey vuole tornare al museo Belvedere, è rimasta colpita dalle bellissime opere di Klimt. E ora che sa che Amy è al sicuro ed è felice, vuole gustarsi ancora qualche quadro dorato.
Arrivata al museo si ricorda che ora può telefonare a Pacey.
- Pronto?
- Ciao Pace, scusa per oggi , ma avevo il cellulare scarico e poi Amy mi ha dato molto pensiero….
- Joey, non ti preoccupare, ora ci sentiamo…
- Ma dove sei? Sento delle voci, sembri in un locale…
- Bhe non sono esattamente in un locale…e tu come stai a Vienna?
- Sto bene, te l’ho detto, ero un po’ preoccupata per Amy, ma ora mi sto rilassando al museo, al Belvedere…
- Ah si? Che coincidenza! Ci sono anch’io.
- Cosa? Pronto?
Pacey ha chiuso la telefonata. Joey spegne il cellulare e solleva la testa. Davanti a lei c’è suo marito.
- Pace!! Ma cosa ci fai qui?
- Sono venuto a farti una sorpresa!
- Ma io non capisco…
- Jo, sono andato dal Dottor Bennet e ha detto che è tutto a posto!
- Tutto tutto? Scusa e allora da dove nascono i nostri problemi?
- Lui dice che può essere colpa dello stress, per questo sono venuto qui con te, per allungare la tua permanenza a Vienna e fare una vacanza RILASSANTE .
- Ma che bella idea che hai avuto!!!
- SI INFORMANO I GENTILI VISITATORI CHE IL MUSEO CHIUDERà TRA 5 MINUTI
- No che disdetta! Ti volevo far vedere tanti bei quadri!
- Dai, allora andiamo!
Dopo qualche minuti si spengono le luci e tutto è in silenzio. I due escono dal nascondiglio.
- Pace, è una cosa pazzesca…
- Siamo già rimasti chiusi in un supermarket…ormai dovresti essere abituata.
- Pace, ma come facevi a sapere che ero qui?
- Sono tuo marito…
- Alla fine si è avverato.
- Cosa?
- Quello che ti avevo detto quando eravamo ragazzi: tu sei diventata la persona che mi conosce meglio.
- Pace, vieni con me, ti porto a vedere dei quadri fantastici!
I due percorrono varie sale, e poi arrivano a quella di Klimt.
- Vedi che meraviglia?
- Si, tolgono il fiato.
- Joey, guarda questo!
- E’ Danae. Oggi mi sono fatta una cultura su Klimt, ti racconterò quello che mi ricordo: Klimt affronta un soggetto tratto dalla mitologia greca antica: Danae fu fecondata nel sonno da Zeus, trasformatosi in pioggia d'oro.La donna è rappresentata rannicchiata in primo piano, ripiegata su sé stessa, avvolta in una forma circolare, che rimanda alla maternità e alla fertilità universale. Serenità e pace si leggono sul volto e nella posizione fetale della fanciulla. Danae è circondato e ricoperto dai capelli, da un velo orientaleggiante e sulla sinistra da una pioggia d'oro. L'opera fa parte di una collezione privata, ma in questo periodo è stata posta in questo museo.
- E’ davvero bellissimo, e la tua spiegazione l’ha reso ancora più bello.
- Sarebbe bello se anche noi fossimo avvolti da una pioggia d’orata…
- Dan, vieni qui tesoro!
- Dan, vieni a salutare Amy, che è tornata da Vienna!
- Ciao Joey! Com’è cresciuta! Danae fa un bel sorriso alla zietta!!
- Non fare la timidona! Fa sempre così, quando non c’è suo padre, sembra abbia paura di tutti!
- Pacey allora è ancora al lavoro…
- Si, il ristorante va alla grande e deve fare qualche straordinario in più…ma raccontami, dove ti ha portata tuo padre la settimana scorsa?
- Dunque siamo andati a visitare Salisburgo e poi…
Mentre la piccola Danae gioca sul pavimento con alcuni giocattoli, Amy e Joey conversano serenamente, ricordando ogni tanto che quel viaggio a Vienna ha portato un padre a una e una figlia all’altra.
Fine